venerdì 21 novembre 2014

Flan di formaggio


Ingredienti (per 4 persone):
- gr 50 di burro
- gr 50 di farina
- gr 150 di Emmenthal 
- cl. 40 di latte (di cui cl. 10 per ammorbidire l'Emmenthal e cl. 30 per la besciamella)
- un pizzico di noce moscata
- un pizzico di sale
- un uovo intero



Sciogliere 50 grammi di burro in un tegame
Aggiungere lentamente 50 grammi di farina 00
Aggiungere lentamente 30 cl di latte
Mescolare
Unire 150 gr di Emmenthal precedentemente ammollito in poco latte
Aggiungere un uovo amalgamandolo nel composto
Grattugiarvi sopra un po' di noce moscata
Si ottiene una pasta morbida, lucida
....e filante
Versare il tutto in uno stampo ricoperto di carta da forno

Cuocere in forno a 200 gradi per 30 minuti circa, fino a quando si è formata sul flan una bella crosta dorata


Togliere dal forno e capovolgere su di un piatto





















venerdì 7 novembre 2014

Pasticcio di patate savoiardo

Pasticcio di patate savoiardo
per 6 persone
  • kg 1,5 di patate cotte
  • lt 0,25 latte
  • 2 cucchiai di farina
  • gr 50 burro
  • 2 cipolle tagliate finemente
  • gr 160 di pancetta tagliata finemente
  • sale
  • pepe
Cuocete le patate con la buccia in acqua salata.
Pelatele e schiacciatele ben calde con uno schiacciapatate.
Mettete le patate schiacciate in una terrina e montatele con il latte.
Aggiungete la farina e mescolate bene. Salate e pepate.
In una padella mettete il burro, le cipolle e la pancetta tagliate.
Fate rosolare burro, cipolla e pancetta.
Versate nella padella le patate e mescolate.
Infarinate una teglia e versatevi il composto.
Mettetela nel forno a 210 gradi per circa un'ora ed un quarto.


Il pasticcio è cotto quando vi si è formata una bella crosta dorata. 

lunedì 8 settembre 2014

APPNEA 2.0 - An Android App for detecting sleep apnea episodes (NEW !!!)


INTRODUCTION TO APPNEA 2.0 (31 December 2014)

Version 2.0: New "Export" & "Share" feature !!

AppNea is an Android app for detecting sleep apnea episodes.
 
It cannot replace medical devices and the user accepts the fact that AppNea might be imprecise in the apnea detection.

Besides, the usage of AppNea requires the user to keep his or her smartphone on his or her breast all night long: to be in the safe side for what concerns damages due to radio frequency signals, it is possible to put the device off line.

AppNea is available on Google Play.

AppNea 2.0 introduces the possibility to:
- Export AppNea data (from the option menu of the Data Display activity)
- Share AppNea data, via E-Mail, Bluetooth, etc. (from the Edit activity)

An Ads bar has been added in the Edit activity.

WEARING YOUR SMARTPHONE

In order to let AppNea check your breath rate and detect Apnea Episodes, it is necessary to put your smartphone on your breast.
The best method I have found, so far, consists in putting you smartphone in a small bag such as those ones you can use for running.
Then, you have to fasten it around your chest, making sure the smartphone is in vertical position (Fig. 1).

Fig. 1

CALIBRATION

Fig. 2
After installing AppNea on your Android smartphone, you can launch it. The first screen shows you the Introduction text and asks you to confirm the NOT-RESPONSIBILITY of the developer of AppNea (Fig. 2).
















If you agree, AppNea shows you the list of all your previous tests. You can Edit or Delete them, using the contextual menu.

Fig. 3
If you open the App options, you can add a new one, using the Option "Add Test"  (Fig. 3).

Instead, "Help" brings you to this page.

After filling the field of the Title and, optionally, the field of Description, you can start the Calibration phase (60 seconds duration).
- Click on the "Calibrator" button
- Put your smartphone in the "phone-bag" that you already have fastened around your breast (in no more than 10 seconds)
- Lay in horizontal position
- Breath normally for about 10 seconds
- Hold your breath for at least 15 seconds, no more than 30 seconds
- Return to normal breathing and wait for the message at the end of the Calibration phase



If the calibration succeeds, you can read a value in the Sensibility field (Fig. 4).


















RUN !

Fig. 5
Before running the AppNea test, you have to set the end of the test, by clicking on the Set End Time (Fig. 5).



- Put your smartphone in the "phone-bag" that you already have fastened around your breast
- Lay in horizonal position
- Sleep
- AppNea will tell you when the test is over !











RESULTS DISPLAY

At the end of the test, you will be able to:

- Read the Possible Apnea Index (PAI - Fig. 6).

Figura 6

- Display the data (button "Data Display" - Fig. 7).

Fig. 7

- Export AppNea data (from the option menu of the Data Display activity)



- Plot the data  (button "Data Plot" - Fig. 8). Data about your Possible Apnea Index are plotted with a black line, while data about your body orientation are plotted with a green line.
Fig. 8

QUESTIONS & FEEDBACKS

If you have any question or feedback, please contact me at: checcodotti@gmail.com.


lunedì 28 luglio 2014

"Tu hai in mente solo la Monza Resegone" (del 21.6.2014)

28/07/2014

"Tu hai in mente solo la Monza Resegone" (21.6.2014)

Al mio fratello Giovanni ed al mio papà (Domenico),
cioè alla voglia di vivere ed alla forza di non mollare mai.

Alla fine, se ci pensi, non è cosi difficile mettere d'accordo moglie e mamma: basta trovare (qualcosa che a loro pare) un difetto ed aspettare che facciano convergere i loro strali.
Nel mio caso, c'è l'imbarazzo della scelta (e non faccio assolutamente niente per perdermi lo spettacolo).
Basta mettere come sfondo del desktop del PC la locandina della Monza Resegone o descrivere gli esercizi o i malanni muscolari che ti separano dal 21 giugno 2014 ed il gioco è fatto.
"Speriamo che ti arrivi del nuovo lavoro !", "Sì, ma in questo momento sono preoccupato perchè lo Stefano non guarisce e non se ci accettano l'iscrizione...sono queste le cose importanti !". In fin dei conti, il fatturato a fine anno è composto da tante voci e la Monza Resegone sta in cima alla pigna.

Tutto nasce un paio di anni fa, quando mio cognato Gabriele propone un picnic alle Fonte di San Carlo, sopra Erve (così spiega).
Erve ? Devo averla sentita nominare, ma non saprei in che provincia collocarla (e questo è un grave errore: Erve è un luogo dello spirito, non può essere degradata a luogo toponomastico o luogo topocompleanno).
Arrivati alla Fonte, facciamo il picnic e nasce la proposta di salire alla Capanna Monza (per i pignoli, "Rifugio Alpinisti Monzesi"). Fiera è la resistenza della prole, ma alla fine viene piegata.
All'arrivo, dopo una salita al limite dell'umano (per resistere alla resistenza degli eredi), entriamo nel rifugio e lì, cado da cavallo, folgorato: la locandina della Monza Resegone. E' bellissima, la sintesi della fatica, della tenacia e dello spirito di squadra. Come un bimbo, la indico "Anch'io, anch'io !".

La Monza Resegone è una corsa a squadre (avevo già fatto corse "a righelli", ma mai a "squadre", mah ...).
Per un asociale, costituire una squadra per fare una corsa è un passo doloroso, simpatico, ma doloroso. A volte non mi metto d'accordo sull'andatura da tenere - da solo - figurarsi se devo farmi anche venire i sensi di colpa per aver rallentato di compagni di squadra. Ma, tant'è !

Reduce dalla Merate Cornizzolo 2013, ho pensato bene di ricominciare proprio dal compagno di quella corsa: il Massimo. Si fa sotto il periodo delle iscrizioni, e ovviamente Massimo si infortuna ! Qui comincia il calvario dell'iscrizione alla Mo-Re.
Nell'inverno, il mio cugino più affine agli sport di fatica (ma direi, agli sport in generale), Pippo (detto "don Filippo"), risponde ad un vecchio invito a provare lo sci-alpinismo. Lo fa con quello che passa il convento (dove io sarei la priora), ovvero i pesantissimi sci di sci-alpinismo del mio babbo. Andiamo a Spiazzi ed il "ragazzo" si fa onore. Che possa essere il compagno di nuove avventure ? Prende quindi forma la "via clericale" alla Mo-Re !
Il terzo componente potrebbe essere don Andrea, amico di Pippo, esimio runner di Città Studi e mio confessore (anche quella è una maratona !).
Purtroppo il progetto viene osteggiato dalla Curia (scherzo, per carità !) e naufraga a ridosso dell'apertura delle iscrizioni.
Disperato il tentativo che segue: scrivo alla SAM (Società Alpinisti Monzesi) che mi indirizza verso un negozio, noto nel giro come fantomatico "Covo di Runner": ci vado ma, sfortunatamente, trovo solo una simpatica commessa la quale mi consiglia di scrivere una mail ad un contatto che mi orienterà nella ricerca dei compagni di squadra: la sfortuna prosegue instancabile e non mi risponde nessuno.
Provo anche a mendicare un passaggio ad una celebre società di Runner: mi risponde il cortese Presidente che loro, le squadre, tutte complete, le iscriveranno puntualmente (sottinteso : "arrangiati, avresti dovuto essere iscritto alla nostra gloriosa società, balabiott !").
Anche Maria, mia sorella, nel timore dei risvolti di carattere psichiatrico che avrebbe un mio forfait alla Monza Resesone, scandaglia le sue amicizie, ma recupera solo "mezzi-maratoneti".
Ben oltre la soglia dell'alcolismo più disperato e con il cappio già al collo, in piedi sul fatal sgabello, tento l'ultima carta: San Google.
Il quale, misericordioso mi dirige verso il sito del negozio di cui sopra (ma, cribbio, non potevano dirmelo subito), per la precisione ad una pagina intera dedicata a gente scompagnata come me, che cerca compagni per la Mo-Re.
Trovo subito 3 candidati, con velocità paragonabili alla mia e li chiamo subito al telefono:
- il primo candidato aveva fatto il "post" (l'inserzione) sul sito 3 anni prima: risata in faccia
- il secondo candidato aveva fatto il "post" 2 anni prima: mi fa complimenti di circostanza, ma non sarebbe interessato
- il terzo candidato ci starebbe ..... ma si è "rotto" la settimana prima alla Maratona di Roma ;-((((((((((((((((((
Comunque proviamo con il caparbio "terzo": Stefano. Stefano è molto collaborativo e mi spiattella subito il nome di un suo amico che completerebbe la squadra. E' (quasi) fatta !
Mi pare opportuno denominare la squadra "NONOSTANTE TUTTO" e proporla al Comitato Organizzatore per il sorteggio.
Intanto, Stefano si sottopone a massacranti terapie di Tecar (massacranti per il portafoglio, in primis) ed io cerco di fare ragionare l'adduttore che mi ha tormentato per tutto l'inverno e continua a farlo con encomiabile entusiasmo.

Riassumendo, le condizioni da soddisfare per fare la Mo-Re sono tre:
- "NONOSTANTE TUTTO" deve essere selezionata ed ammessa all'iscrizione
- Stefano deve guarire prima di avere finito i soldi
- Io devo far ragionare il mio adduttore (ma siccome sono malfidente nei confronti della "medicina sportiva" e delle sue diavolerie, non finirò i soldi).

Arriva la fatidica data dell'iscrizione : martedi 8 aprile 2014, ore 9.00. Mando la mail alle 09.00.01 e mi catapulto fuori di casa per non perdere il FrecciaRossa che mi porterà a Roma per lavoro (un'attività, questa, di secondaria importanza, ma necessaria, diciamo "funzionale alla Mo-Re").
Intanto, la pazzia sembra crescere con vigore: quando corro, parlo al mio adduttore "stai morbido, morbido, braaaavo, così, spingi ma morbido...."; sembra che abbiamo trovato un punto d'incontro (non mi capita spesso).
E' sabato pomeriggio (26 aprile), sto correndo fuori Usmate, aspirando i profumi delle montagne di letame del sentiero dell'Acquedotto, quando mi trilla il cellulare (al braccio). E' Stefano, mi dice che ci hanno preso !!! Mi metto a piangere come un bambino, tanto non c'è nessuno in giro, solo le mucche (anche se mio nonno Francesco, diceva che si chiaman "vacche").
Snocciolo qualche Ave Maria di ringraziamento e continuo col mio "stai morbido, morbido, braaaavo, così, spingi ma morbido....".

Ma non è finita, Stefano non è ancora a posto e le iscrizioni vanno perfezionate entro venerdi 16 maggio: "mamma mia, speriamo che Stefano ce la faccia, mentre col mio adduttore ci parlo io"). Un giorno Stefano è ottimista, un altro pessimista, sicuramente ce la mette tutta, ma basterà ?
Arriva la domenica pomeriggio dell'11 maggio, Stefano non conferma ancora; mi preparo allora un piano di riserva (un vero "contingency plan"). Seguendo il consiglio del saggio Mecio, sparo un SOS alla distribution list (più di 200 caselle di posta elettronica) del CorriGiuriati, oramai LA istituzione podistica del giovedi, gestita da un gentiluomo che risponde al nome di Gigi Baglioni. Gigi aveva già provveduto a comunicare ai "podisti del Giovedi" della mia ricerca di compagni di squadra, ma la sua distribution list è un'altra cosa.
Passano infatti 30' e mi arriva una mail: "Checco, voglio fare la Mo-Re .... Raffaella" (al primo momento, non avevo letto bene ed avevo inteso "voglio fare l'amore"....allora vedi che ho ancora il mio "perchè" ?!).

Quando martedi 13 Stefano alza definitivamente bandiera bianca, confermo subito la disponibilità a Raffaella e le chiedo di miracolo di trovare il terzo per completare la squadra: ciò che mi ha impegnato per dei mesi, le riesce in un paio di ore: col mitico Ugo siamo in tre !!
Il penultimo giorno valido per l'iscrizione è dedicato alla visita di rito al Coni (prima di spendere i suoi bei 70 euri, volevo essere sicuro di avere la squadra, quanto a "oculatezza" Paperone è un principiante al confronto !) e venerdi è il mitico giorno dell'iscrizione. Sono d'accordo con Raffaella per andare a Monza a portare le scartoffie per l'iscrizione (apertura fino a mezzanotta) e la tormento al cellulare per chiederle quando finisce di cenare (al ristorante).
Quando lei è al dessert, mi dà "luce verde": zompo in macchina e mi lancio verso Monza (siamo d'accordo di trovarci alla SAM). Un ultimo ostacolo: non è stato bello vedere la barra del Telepass, immobile, come cementata, non si alza la stronza. Le dico "Oh barra, o ti alzi immantinente o ti porto meco alla Capanna Monza....finirai i tuoi anni, piegata ad U, a fare da recinto all'asinello di fianco al rifugio !". L'argomentazione la convince e mi lascia passare (non le piaceva la montagna).
Salgo le scale a chiocciola della Sede della SAM ed inizio a chiedere a qualunque essere, vivente o meno, se "l'ha già fatta"; il consiglio più frequente è quello di farsi seguire da un ciclista che illumini la strada e porti i rifornimenti. Vedremo....
Nel frattempo, Raffaella accompagnata da Cristiano (prestigioso IronMan), mi raggiunge ed accediamo alla Saletta della Commissione.
Sono emozionato, ho superato il traguardo più difficile: l'iscrizione. E' fatta !! Grazie, in particolare, a Mario Mantovani della SAM per la pazienza !

Un punto critico della Mo-Re è .... il ritorno a casa. Bisogna lasciare una macchina per il ritorno a casa. La località preferita è Erve, ridente (ahahaha) località alle pendici del Resegone. Ci andiamo io ed Ugo il giorno prima della gara (non è che puoi stare senza macchina e fare il pendolare da Usmate a Milano con lo skateboard) ed Erve appare subito "sold out".
Ma no, c'è ancora un ultimo parcheggio in una simpatica piazzetta ! Appena spento il motore della mia Opel ed oramai seduti sulla macchina di Ugo per il ritorno a casa, due arzilli ed ottuagenari alpinisti di ritorno dalla Capanna Monza ci indicano un simpatico cartello: Domenica 22 giugno Festa di San XYZ e rimozione forzata di qualsiasi 4ruote, 3ruote, 2ruote o monopattino. Nooooooooo !
Risaliamo in macchina (due macchine) e scendiamo al paese sottostante (circa 3 km sotto): Rossino. Lascio lì la mia macchina con dentro lucine frontali e ricambi, salto sulla macchina di Ugo che mi riporta ad Usmate. La vigilia è completata.

Se c'è una cosa che ti attizza della Mo-Re è la folta presenza del pubblico lungo la corsa; in particolare, l'idea di salutare moglie e figlie lungo la corsa mi ha "gasato" oltre la decenza e l'idea di "fare il figo" al passaggio mi ha spronato nei momenti difficili della preparazione. Partirò quindi con la testa al passaggio da Usmate.
Parto, si partiamo in 4: io, Raffaella, Ugo e il mio ciclo-cognato Gabriele alle cui premure affido uno dei due gel (l'altro parte con me). Attimo di panico alla partenza perchè la bici di Gabriele ha i freni bloccati (!). Cerchiamo assistenza tra i box alla partenza della gara, li passiamo tutti, avanti ed indietro. Alla fine, uno dei di ciclisti accompagnatori (che Raffaella mi aveva presentato poco prima), con la "manina d'oro" sblocca i freni (rimarrà un segreto il modus operandi).
Completate le formalità della partenza (recupero del pettorale e, soprattutto, ...... pipì !!!), ci accodiamo sotto l'Arengario, dietro i 3 della squadra 53 e davanti ai 3 della squadra 55. Tutti e 3 !? No ! Siamo in 2, "Dov'è Ugo ?" mi fa Raffaella, lo cerco "dov'è andato ?". E uscito al sole per azzerare il cronometro !! Lo riportiamo per le orecchie alla "griglia di partenza". E' l'ora: attraversiamo il "sipario" che ci porta sul palco della partenza. Emozione a mille. La piazza saluta in coro "Raffaella" (io ed Ugo siamo solo la cornice :-). Il Presidente chiede "Come mai vi chiamate NONOSTANTE TUTTO ?" Rispondo: "Abbiamo dovuto superare un po' di infortuni..." ma sarebbe troppo lungo da raccontare....
"3,2,1..via!". Sono le 21.30 e comincia una notte indimenticabile.

Si parte, cavolo, si parte, siamo "dentro la Monza Resegone". La piazza continua con "Ciao Raffaella", io mi sento lì per caso ed Ugo continua a guardare il suo cronometro.
I primi chilometri sono magici, non capisci niente, per fortuna che le gambe sanno cosa devi fare. Tutti i bambini ti allungano il "cinque" e tu li cerchi, magari ho rifilato qualche sberla a bambini distratti, non ricordo.
Poi mi sovviene "Ma dov'è Gabriele ?" L'idea di non aver il mio secondo gel al 15mo km di innervosisce non poco. Ma non faccio in tempo a preoccuparmi ed eccolo comparire con una pedalata rilassata che ci riprende. "Ohhhh" (sospiro di sollievo).
Il Mecio si era raccomandato: "Fai il tuo passo, anche se devi rallentare la squadra, sennò scoppi". Io così rimbambito che ho un vago ricordo di quale sia il mio passo e decido di correre da ultimo del terzetto, per zavorrare quell'indemoniata della Raffaella quel che basta.
Intanto guardo Ugo davanti a me: è incredibile, pare che cammini, non che corra. Ma farà un po' di fatica almeno !?
Ad Arcore, c'è un fotografo appostato (vedi su "podisti.net") che mi fa segno di accelerare per allinearmi ai miei compagni per la "foto ricordo".

Manca poco ad Usmate dove "bisogna far bella figura": in cima al cavalcavia accelero ed i miei compagni mi cedono il passo per l'ingresso trionfale con abbraccio "di corsa" a moglie, figlie (una, fisicamente non è presente, ma fa lo stesso), nipoti e cognata.
Anche Ugo ha un'ammiratrice a Usmate (che ci ha spacciato per sua zia, ma mi sembrava un po' giovane).
Infine, per Gabriele, una colonna portante del paese, è dura districarsi tra le fan indiavolate (alla fine, sono passati gli spazzini per raccogliere le magliette ed i capelli strappati).
Per la prima ed unica volta nella gara, la Raffaella non se la file nessuno (era ora, cakio, prima c'era un suo ammiratore ad ogni kilometro !).
Riusciamo così ad uscire faticosamente da Usmate, siamo ancora tutti e 4 (la mia gara potrebbe finire qui, quasi quasi mi nascondo dietro al primo isolato, mi faccio una birretta e mi nascondo tra la folla). E invece, no !
Al passaggio ad Osnago, il saggio Ugo profetizza "ragazzi, piano che è ancora lunga...". Ma il dramma si consuma poco prima di Merate (circa ai 20 km) Ugo ha una potente contrattura agli addominali e si piega in due come un coltellino a scatto; il ragazzo però è fatto di acciaio ed riprende nonostante i dolori. Cerco di consolarlo con le barzellette più sconce del Beppe (ad esempio, quella del Lancillotto, un concentrato di arguzie 18+) ma si capisce che ridere con gli addominali in fiamme non è il massimo...e mi fermo.

Dopo Calco, Gabriele mi passa il mio gel numero 2, saluta e inizia la pedalata a ritroso, verso casa. Non c'è la luce sui nostri passi (vale sempre l'antico adagio, per cui si apprezzano le cose quando non ci sono più). Infatti, la discesa verso Beverate è nel buio più totale, scorgi appena la striscia bianca che delimita il fosso, NONOSTANTE TUTTO, forse il momento pù magico della gara: la luce dei lampioni più avanti non riesce ad illuminare il nostro incedere, ma disegna un bordo chiaro attorno alle scure sagome di Raffaella ed Ugo che mi precedono (ed apprezzate il chiasmo, per piacere ....)

Ai 30 km, Raffaella, che detta il passo alla squadra, subisce un violento attacco di crampi: si ferma e ci dice "Non ce la faccio, ho dei crampi fortissimi", poi si gira e riprende più forte di prima. Ora, passi il fatto che Raffaella deve avere una capacità di sopportazione del dolore immisurabile, ma io no ! E se c'è una cosa che il mio adduttore (sinistro) non regge, sono le ripartenze: devo riprendere con le mia giaculatorie pro-adduttorem: "stai morbido, morbido, braaaavo, così, spingi ma morbido....".
Aggiungo il fatto che, nell'emozione della partenza, mi sono dimenticato di stringere abbastanza le stringhe e nella discesa di Airuno le mie unghie (già "nere" dopo i lunghi di allenamento) mostrano di non gradire.

Finalmente, a Calolziocorte, quando oramai faccio fatica a tenere il passo di Raffaella ed Ugo, la strada comincia a salire: e qui gioco "relativamente" in casa.
Vedendo che Raffaella, che ha tirato la squadra fino a quel momento, apprezza un po' meno la salita, provo a spingerla sulla schiena ma lei mostra di non gradire.
Ci sono da salire i gradini che tagliano i tornanti della salita verso Erve e non riusciamo più a correre.
Altra imboscata della Mo-Re si presenta a Rossino, circa 3 km sotto Erve, dove, dopo il rifornimento sulla salita a destra della chiesa, mi viene il dubbio che per quella strada non si passi dalla macchina (dentro la quale ci aspettano le luci frontali e magliette di aggiunta/ricambio). Ugo è qualche decina di metri davanti a me e Raffaella e gli urlo di tornare indietro e passare a sinistra sotto la chiesa per guadagnare la macchina (mi sbagliavo, si poteva raggiungere la macchina tagliando a sinistra più sopra, ma non lo sapevo). Sfortuna (ma sarebbe più adatto un altro termine) vuole che ci perdiamo di vista all'angolo della chiesa e che qualche creatura del dimonio dica a Ugo che siamo scesi più a valle. Morale: Ugo scende verso valle, si stanca per risalire e cercarci e perdiamo un bel quarto d'ora per 'sto casino.
Questo inciampo fa riemergere i dolori di Ugo che da quel momento viene su, anticipando tutte le le pene del Purgatorio (caro San Pietro, prendi nota per le detrazioni del caso, per favore).

Arriviamo al Pra' di Ratt e mi sento a casa (l'avevo provata, da riposato, in 18') ma miei compagni, gente da asfalto, non gradisce il sentiero. Mi faccio anche odiare perchè ripeto "dai che manca poco", ma non li convinco.
Vedo un'altra squadra dove il secondo si attacca al primo e viene spinto da tergo dal terzo. Per un attimo, mi viene in mente di copiare l'idea ed di spingere Raffaella ma, ripensando a quanto successo più sotto, capisco che rischierei un "Checco, brutto porco, giù le mani !". Non vorrei entrare nella storia come primo "maniaco" della Monza Resegone e desisto.
Alla forcella del Pra' di Ratt, l'ultimo sforzo è fatale per Raffaella che caccia il classico urlo da crampi che squarcia il silenzio della corsa. Per un attimo anche Ugo appare intimidito, poi le tira la gamba dolorante e le piega la caviglia per farle superare la crisi. Raffaella reagisce stoicamente, supera la forcella ... ma io non ho più il coraggio di dire che manca poco (rischierei di essere buttato a valle). Lo penso in silenzio.

Arriviamo, sono circa le tre meno venti, mi giro verso i miei compagni e vedo Ugo che è ha il viso teso come l'arco di Ulisse, mentre non vedo proprio Raffaella. Insomma, non siamo riusciti a festeggiare al traguardo, troppo stravolti e troppa gente pigiata intorno al rifugio. Qualcuno anche dentro.
Non riesco neanche a salutare la Madonnina, la cui statua rimane nascosta dietro al tavolo della giuria. La ringrazio comunque, perchè mi ha fatto incontrare due compagni di squadra con una determinazione fuori dal comune.
Vorrei consolarmi col famoso panino alla salamella, dai ! No, neanche quello, perchè mi dicono che bisogna comprarlo e non ho soldi dietro (ma, veramente, era da pagare a parte ? Morirò con questo dubbio...)
Non c'è molto tempo per la poesia, bisogna ridiscendere. La discesa è per me molto rilassante, molto meno per Ugo che continua a sopportare i suoi dolori da parto.

Poco prima di uscire dal bosco, mi apparto per fare pipì. E qui succede una cosa strana: qualcuno sta facendo luce proprio dove sono io, violando la mia privacy, ciumbia !!!! Ma prima che cada l'ultimo goccio, vengo illuminato dalla verità:
Checco, dai, è palese !
Hai la frontale accesa
ma sul tuo arnese !

Qui finisce la storia di una corsa che mi accorgo solo ora di non voler rifare,
come se temessi di rovinarne il ricordo.
5h e 24', più bella di così, non sarebbe mai,
Togliendo un po' di errori sarebbe più corta, certo,
ma più bella mai.


Nasce poi un'idea forse ardita......

Poichè piacque al Signore,
fare le cose più importanti in montagna,
dallo scherzetto ad Abramo con Isacco,
alle tavole della Legge,
eppoi col discorso della montagna
e la salita del Calvario,
posso dedurre che un po' di simpatia
per chi sale i monti ci sia.

Insomma, ho una sensazione:
ne faccio richiesta al mio Papa,
che si inventi un'intercessione:
Oh San Pietro non lasciarli fuori
quei della Monza Resegone !

Checco